Quarta tappa

Pavè
Pavè

Si puo essere pellegrini anche in luoghi profani?

Dalla fine dell '800 si corre nel nord della Francia una competizione ciclistica che è entrata nel mito. 

Si corre da Parigi a Roubaix percorrendo lunghi tratti in pavè non esattamente "levigato". La corsa è massacrante e riserva grande prestigio a chi riesce a conquistarla, soprattutto se riesce a ripetersi.

Appassionati e non si ricordano dei grandi campioni che sono riusciti a dominare ripetutamente le sue pietre: Roger de Vlaemink, Eddie Merckx o il nostro Francesco Moser e i più recenti Tom Boonen e Fabian Cancellara. Dietro di loro sono giunti nelle varie edizioni migliaia di gregari che non avrebbero mai potuto vincere "l'inferno del nord".

E allora perché la continuavano sino al traguardo anche se il loro "capitano" ormai era 10 minuti più avanti e le pietre al suolo minavano loro anche la tenuta delle otturazioni odontoiatriche?? 

Venendo quì e facendo qualche tratto forse si capisce... Si ha voglia di resistere, di farcela, di domare le avversità, si ha voglia di non farsi sbalzare... Sì quache raggio si può rompere (azz!!...) ma questa corsa, metafora della vita, va giocata anche se non puoi vincerla.

Così in questi luoghi di pellegrinaggio ti fermi nella locanda di Françoise in mezzo al nulla e gli avventori in pausa pranzo ti offrono da bere, una risata, ti fanno i complimenti e gli auguri come si fa ai compagni di viaggio, ai pellegrini ed agli amici.


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Commenti: 2
  • #1

    Gianni F. (mercoledì, 12 luglio 2017 16:15)

    Vai Robi che ....quadrrrrriiiiii!!!

  • #2

    Roberto (venerdì, 14 luglio 2017 16:24)

    Troppo buono Gianni...;-)