
È pellegrinaggio la visita alla tomba di un divo del cinema?
Questo pensiero salta alla mente al termine di una tappa lunga ma per fortuna a lungo accompagnata dal sole.
I difficili saliscendi svizzeri e la fatica che si accumula vengono a malapena mitigati dalla bella campagna.
In seguito il lago di Losanna aggiunge un po di calma al caos della città.
Questa pace la era venuta a cercare anche un vero genio della cultura mondiale: Charles Chaplin.
In seguito ad una vita burrascosa, iniziata con gli stenti di Londra, emigrato in America capisce prima e meglio di altri la forza espressiva del cinema.
Ha dato la sua visione degli affetti, della società che evolve, del mondo dello spettacolo, del mondo dei senza dimora, della vita politica, della follia della guerra in un modo che ancora ci parla.
Cittadino del mondo, accusato dal paese che aveva contribuito a fare grande, ha deciso di ritirarsi in queste zone, con vista sui vigneti, la pace del lago ed il clima dolce.
Nel famoso discorso del dittatore, ed in tutto il film, oltre il messaggio "universale" forse già traspare questa personale voglia di serenità che probabilmente non visse mai sino in fondo.
Ora la sua tomba, e quella della sua ultima compagna, sono in un minuscolo cimitero da cui immagino una volta si vedesse il lago.
La vista dei vigneti è preclusa da alcuni caseggiati. Trovare il cimitero non è facile anche perché la vicina sede legale della Nestlé monopolizza la segnaletica pubblica.
C'è differenza fra pace ed oblio.
Forse Charlie non se lo merita ma forse gli va bene così.
Sì si può essere in pellegrinaggio anche quì.
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